No, non è un numero della newsletter in cui parliamo della stagione estiva a Febbraio.
C’è stato un periodo - bello, ma decisamente faticoso, rivisto oggi con il senno di poi - in cui uno dei clienti della mia agenzia dell’epoca era la Bologna Children’s Book Fair. Chi segue questa newsletter più o meno dalla sua nascita, probabilmente ricorderà i miei racconti: ci lavoravo in prima persona e nei giorni di fiera era molto facile vedermi correre da un padiglione all’altro.
Nell’edizione del 2018 ho potuto scoprire il lavoro di un’artista che poi, di lì in avanti, ho sempre tenuto d’occhio: si chiama Kalina Muhova, classe 1993, di origine bulgare. Kalina Muhova arriva in Italia nel 2013, proprio a Bologna, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e dove, tra le altre cose, co-fonda il collettivo Brace.
Il 2018 è il suo anno: viene selezionata per la Mostra Illustratori della Children’s, che ogni anno consacra il meglio dell’illustrazione internazionale, pubblica con Tunué il fumetto Sofia dell’oceano, realizzato insieme a Marco Nucci, ne espone le tavole al Treviso Comic Book Festival e viene candidato ai Gran Guinigi di quell’anno. Nel 2019, pubblicherà con Canicola il fumetto per bambinə Diana sottosopra, che riceverà una menzione speciale nella categoria Comics - Early Readers dei BolognaRagazzi Awards del 2020, quando la fiera si svolse completamente online a causa del lockdown (nonché ultima edizione a cui ho lavorato).
Odio l’Estate
Lo dico senza vergogna: quando ho visto il titolo di questo fumetto ho pensato a due cose: all’omonimo film con Aldo, Giovanni e Giacomo; e al fatto che è ora di smetterla di osannare l’Estate.
Odio l’Estate è per fortuna molto di più. Muhova racconta una vicenda estremamente personale: la scoperta della malattia della madre nell’Estate del 2021 e tutto ciò che ne conseguirà, tra ritorni in Bulgaria, tentativi di convincimento nell’abbandonare il pensiero magico, di cui la genitrice è grande sostenitrice, e poi auto-convincimento nel rispettare le scelte. Ciò che evita di fare, però, è trasformare questo momento in un mero pretesto narrativo: Muhova, infatti, si trova in una fase un po’ delicata della sua vita, afflitta dalle crisi esistenziali dei 29 anni, blocchi professionali e con un piede ingessato, per cui l’urgenza del racconto del cancro della madre avrebbe potuto trasformarsi facilmente nella lente attraverso cui mostrare il ritorno dell’artista alle sue opere. Muhova, invece, dimostra grande abilità nel tenere la prospettiva, rendendo questo fumetto un reportage emotivo. Si parte dallo sconforto, reso con il bianco e nero, e con uno stile più “arruffato”, all’epilogo a colori: resta la semplicità del tratto, ma questa volta le linee si chiudono.
Per non parlare solo io, ho contattato l’autrice e le ho fatto quattro domandine.
Inizialmente sono stata sorpresa da una cosa, ovvero: in questo libro hai mantenuto uno stile un po’ più “graffiato” e underground, quello di narrazioni come il trittico Scusa, Grazie e Prego, piuttosto che quello di altri lavori, in cui il tratto è più affinato e completo. È perché Odio l’Estate è una storia personale? Nel tuo caso pubblici diversi corrispondono a stili differenti?
Se uso “stili” diversi per progetti diversi è perché mi annoio a fare sempre la stessa cosa, così ogni tanto cambio tecnica. Alla fine, per me disegnare è un lavoro, ma è anche gioco, e se voglio tenere viva questa sensazione di leggerezza devo fare anche degli esperimenti, sbagli, scoperte. Purtroppo questo non è sempre possibile quando hai dei clienti che si aspettano da te sempre la stessa cosa, ma va bene così. Uso il mio tempo libero per giocare con le nuove tecniche. Credo che l’unica cosa che è rimasta sempre vicina nella mia pratica creativa sia la matita: mi sembra che quando ce l’ho in mano ragiono meglio e, di conseguenza, lavoro meglio.
Per quanto riguarda Odio l’Estate, il segno che ho usato non è altro che il mio modo di fare gli schizzi con la matita: un disegno senza pretese che ha come scopo solo il comunicare delle idee. Questo lavoro è in primis un diario di un’Estate, poi un libro, quindi di conseguenza contiene cavoli miei in abbondanza.
Parliamo un po’ dell’oggetto fumetto: mi è piaciuta molto la lavorazione del titolo che resta in una sorta di sovrastampa (continuo a dimenticare il termine tecnico corretto) e ti dirò che mi è piaciuta perché dà un effetto visivo lucido e un po’ “appiccicaticcio” al tatto. Insomma, le stesse sensazioni odiose di quando fa caldo! 😜 Come nasce l’edizione? È una lavorazione che avevi in mente tu, oppure ci sei arrivata grazie a Rulez?
Sono molto contenta che ti sia piaciuta! È un effetto grafico che avevo visto su un’altro libro un sacco di anni fa e mi aveva colpito talmente tanto che mi ero promessa di usarlo un giorno se mai avessi la possibilità.
Al Lucca Comics 2023, il tuo fumetto è stato accostato a La gabbia di Silvia Ziche: hai avuto modo di leggerlo? Pensi che ci siano altri punti di contatto al di là del fatto che sono due narrazioni incentrate sul rapporto madre - figlia?
Sì, l’avevo letto e mi era piaciuto molto, sono stata molto contenta di fare l’incontro con lei a Lucca. Il tema del suo libro è in qualche modo simile perché è incentrato sulla figura della madre, ma mi sembra che ci siano anche delle similitudini dal punto di vista dell’approccio, perché scherza su tematiche che sono invece pesantissime.
Domanda stupidina per chiudere: ma tu l’Estate la odi davvero, oppure no?
L’odio davvero, il caldo mi fa stare malissimo e non riesco a fare niente. Meglio la primavera.
Io non posso che ringraziare Kalina Muhova per essere stata così gentile: lascio a tuttə voi il gioioso compito di leggere il suo fumetto e seguirne i suoi lavori.
Book Pride 2024, a Milano
Nel weekend dell’8 - 10 Marzo (che coincide con quello del mio compleanno) si terrà a Milano l’ottava edizione di Book Pride, la fiera dell’editoria indipendente. Da qualche anno, ormai, la presenza del fumetto e dell’illustrazione si è fatta più massiccia, fino alla nomina, lo scorso anno, di Martoz e Valentina De Poli alla curatela rispettivamente dei programmi Book Comics e Book Young.
L’edizione 2024 vuole esplorare un grandissimo tema, più o meno lo stesso per cui frotte di conoscentə sono in terapia: cosa vogliamo. Inoltre, l’identità visiva di quest’anno è curata da Sarah Mazzetti, che Plutocratica Sicumera ama sin dai tempi delle autoproduzioni di Teiera.
Il programma generale è stato annunciato qualche settimana fa ed è in continuo aggiornamento. L’anno scorso, grazie al gentile invito di Martoz, sono stata moderatrice di un evento promosso da Feltrinelli Comics e dalla sede di Milano della Scuola Internazionale di Comics, quest’anno me la godrò facendo giretti e seguendo qualche incontro. Se doveste incrociarmi, salutatemi pure!
Non solo fumetto, per fortuna
Per quanto breve, e con un’intera settimana occupata dal festival di Sanremo, Febbraio è stato un mese in cui sono riuscita a vedere un po’ di film nuovi, e addirittura rivederne qualcuno paio a distanza di molti anni.
Al cinema Beltrade ho visto Perfect Days di Wim Wenders, e io che non ho mai letto Faulkner a causa di un pessimo rapporto con molti scrittori americani, mi sono ritrovata a comprare ben due suoi libri approfittando dello sconto del 20% sugli Adelphi. Il 2024 è l’anno in cui lo redimo.
Sempre al cinema, ma questa volta all’Anteo, ho visto Past Lives di Celine Song.
Su MUBI ho rivisto Mulholland Drive, di cui avevo ricordi confusi di una visione adolescenziale: con vent’anni in più sulle spalle e un quadro un po’ più completo della filmografia di David Lynch mi hanno fatto un altro effetto.
Su Prime Video ho visto Bottoms, di Emma Seligman. E poi, Pensati sexy, di Michela Andreozzi, con Diana Del Bufalo e Valentina Nappi, che fa quel che promette: diverte.
Su Paramount+ ho ritrovato, dopo diversi anni che li cercavo in streaming, i film di Wong Kar-Wai e sto cercando di rivedere tutti quelli che sono disponibili in piattaforma: per ora ho rivisto As tears go by e In the mood for love.
Tra i libri in lettura, L’età dell’innocenza di Edith Wharton e una rilettura de La Storia di Elsa Morante: il primo perché seguo il programma di lettura dei Mattoni Americani di Ilenia Zodiaco, il secondo perché faccio parte del bookclub di Senza Rossetto. La vita e le sue incombenze mi hanno resa una lettrice lenta rispetto a un’adolescenza dorata in cui potevo arrivare a leggere anche una decina di libri al mese: ma in fondo chi se ne frega.
Comunicazione di servizio
Il servizio in cui questa newsletter oggi abita ha messo a disposizione da qualche mese una chat in cui si può a tutti gli effetti chiacchierare.
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Che dite, proviamo?
Il titolo di questo numero è stato preso in prestito da Summertime sadness di Lana Del Rey (Born to Die, 2012).