Ciao,
hai appena ricevuto nella tua casella mail il numero 7 di Plutocratica Sicumera, la mia newsletter dedicata al fumetto. Ti ringrazio per la fiducia e per la compagnia, se hai qualcosa da segnalarmi (o ci tieni a salutarmi) puoi rispondere direttamente a questa mail.
Incredibile! Hai notato che è passato solo un mesetto dall’ultimo numero che ho inviato? Starò mettendo la testa a posto? Chi può dirlo; nel frattempo meglio godersi il momento.
Anzi, approfitto della tua attenzione ancora alta per un piccolo avviso: come tutti i servizi di mailing list, Plutocratica Sicumera è dotata di un archivio dei numeri precedenti che però non è del tutto pubblico. Condividerli poco per volta è una mia scelta e quando qualcuno si iscrive mi piace prendermi la briga di inviare i numeri precedenti: è come se fosse una sorta di gentilezza, per farti capire che c’è qualcuno dietro a cui interessa il fatto che tu ti sia iscritto. In ogni caso, l’archivio è qui: con l’invio del #7 renderò disponibile il #2.
Esaurite le comunicazioni di servizio, una domanda fondamentale: come stai? Tra lo scorso numero e questo si sono susseguiti moltissimi appuntamenti: ho compiuto 30 anni, c’è stato il Cartoomics, c’è stato Book Pride, c’è stato Bricòla al WOW Spazio Fumetto, c’è stata la Bologna Children’s Book Fair, c’è stata la prima edizione di Filler Women Edition alla Santeria Social Club, due puntate di Tizzoni d’inferno registrate. Marzo è andato via così, intenso e un po’ frettoloso.
Com’è andato il Cartoomics?
Il Cartoomics in sé è andato via piuttosto liscio, il comunicato stampa diramato nei giorni seguenti riportava 103.000 visitatori, più dell’anno scorso. Non so in quanti avranno notato, poi, l’assenza di Feltrinelli Comics: il forfait dell’ultimo minuto è stato causato dal fatto che le copie dei fumetti non sono mai partite né alla volta della fiera, né tantomeno verso le librerie, a causa dello sciopero dei lavoratori ai magazzini CEVA di Stradella, luogo in cui sono stoccati praticamente tre quarti dei libri prodotti dall’editoria italiana, essendo i magazzini proprietà di Messaggerie Libri (eviterò di addentrarmi in un discorso sulla distribuzione libraria).
Mi è un po’ dispiaciuto perché avrei voluto incontrare le autrici di Post Pink, ma mi sono in parte rifatta incontrando Sara Pavan al Bricòla, mentre Elisabetta Sedda, curatrice del volume, è stata ospite dell’ultima puntata di Tizzoni d’inferno.
Detto questo, io sono riuscita a chiacchierare con tutte le persone che ero curiosa di conoscere e a comprare più o meno tutto quello che mi interessava, tra cui anche qualcosa a metà prezzo e il numero 1 di Nonzi. Fumetti altrimenti negati, una rivista antologica di inizi anni 2000 durata sì e no quattro numeri.
Come sono andati Bricòla e Filler Women Edition?
Il piccolo Bricòla dà sempre soddisfazioni e, dopo averlo zompato l’anno scorso, sono molto contenta di aver partecipato all’edizione di quest’anno. Ho ascoltato con molto piacere il panel sull’autoproduzione, con Michele Ginevra, Sara Pavan e Marco Teatro, moderati tra l’altro da Matteo Contin di Duluth Comics, che seguo moltissimo sul fronte del fumetto indipendente. Ho ovviamente fatto qualche acquisto sparso, quindi ecco alcune delle cose secondo me più interessanti come Shokuji no Hennkei di Lök Zine, un leporello in stampa risografica in cui otto disegnatori hanno incrociato divinità scintoiste e ricettario nipponico:
Questo qui sotto, invece, è Čapek, Rivista di amenità e vita campestre, un nuovo progetto realizzato da un po’ di gente che l’autoproduzione la bazzica alquanto: Hurrican Ivan, Marcello Baraghini di Strade Bianche (ex-Stampa Alternativa), la rivista autoprodotta PUCK!, Tommy Gun Moretti del collettivo Uomini nudi che corrono, Nicola Feninno di CTRL Magazine e AFA - Autoproduzioni Fichissime Anderground.
Čapek si può sia acquistare, decidendo tu il prezzo, sia leggere online. Se gravitate attorno a Milano, il 2 Maggio si terrà una presentazione alla LibrOsteria di Via Cesare Cesariano.
Anche la prima edizione di Filler Women Edition è stata carina: la piccola manifestazione nasce già di per sé incentrata sul DIY e l’autoproduzione a tutto tondo; io di mio ho potuto portarmi a casa il terzo numero della zine di TUTTE Collective, collettivo indipendente di illustratrici fondato nel 2017, e i numeri finora usciti di Chicks, fanzine di mitologia femminista.
Com’è andata la Bologna Children’s Book Fair?
Giusto il tempo di parcheggiare sulla scrivania i miei acquisti del Cartoomics e del Bricòla che sono dovuta partire alla volta di Bologna per la Fiera del Libro per Ragazzi. È la terza edizione che vivo dall’interno e finora mi è sembrata la migliore, per molti motivi che vanno anche al di là della sfera professionale. Il momento più emozionante è stato vedere Sarah Mazzetti, già selezionata per la Mostra Illustratori di quest’anno, vincere il Premio Internazionale d’Illustrazione Bologna Children’s Book Fair - Fundación SM.
La Fiera di Bologna è diversa da tutte le altre manifestazioni editoriali a cui siamo generalmente abituati: è dedicata esclusivamente ai professionisti (editori ben precisi, illustratori, traduttori, agenti letterari, librai e bibliotecari per ragazzi), ci sono molte selezioni e premi perlopiù oscuri a chi è fuori dal segmento editoriale dei libri per ragazzi. Il premio in questione viene assegnato dalla Fiera e dall’editore spagnolo SM a un illustratore scelto tra i più di 70 che ogni anno vengono selezionati per comporre la Mostra Illustratori, selezione a cui quest’anno Sarah aveva partecipato con le tavole de I gioielli di Elsa. Per un illustratore essere nella selezione finale della Mostra è già di per sé una vittoria, perché sono tavole che poi gireranno il mondo per alcuni anni venendo esposte in moltissimi paesi, occidentali e orientali.
Sarah adesso ha un anno di tempo (e un assegno in denaro) per realizzare un albo illustrato che verrà presentato in Fiera il prossimo anno, con tanto di mostra personale dedicata.
Ci sarebbe da riflettere anche sul significato dell’assegnazione di questo premio, che resta fondamentalmente un riconoscimento per l’illustrazione, alle tavole di un’opera a fumetti. Penso che, da un lato, c’entri l’apertura della Children’s Book Fair al fumetto per bambini e ragazzi, di cui ci si occuperà l’anno prossimo.
Correre di qua e di là per i padiglioni non mi ha però impedito di fermarmi a osservare cose interessanti e fare qualche acquisto, come i due numeri di Pelo Magazine, rivista di illustrazione creata da un gruppo di studenti dell’ISIA di Urbino:
E Nuno salva la luna di Marino Neri, nuovo volume della collana di fumetto per bambini di Canicola, la stessa per cui sono usciti La mela mascherata di Martoz, I gioielli di Elsa di Sarah Mazzetti e Io sono Mare di Cristina Portolano:
Plutocratica Ammenda, una rubrica di scuse
E a proposito di Sarah Mazzetti: nello scorso numero della newsletter, inaugurando la rubrichetta Plutocratico Occhio di Falco, scrivevo che era responsabile della nuova visual di Mailchimp. Ecco, mi tocca fare un mezzo passo indietro perché le immagini in questione non erano opera sua, ma di qualcuno con un tratto talmente simile che in realtà sfido un po’ tutti a non farsi trarre in inganno. Le illustrazioni sono infatti di Franz Lang, illustratrice italiana basata a Londra, che tra le altre cose ha illustrato anche la copertina dell’ultimo numero della rivista letteraria The Florentine Literary Review:
Questa copertina è un ottimo esempio per farti notare come gli stili siano fin troppo simili: nella scelta di come ritrarre i corpi, nella scelta dei colori, probabilmente anche nella strumentazione di disegno utilizzata. Se vuoi vedere qualcos’altro, ti invito a dare un’occhiata al suo profilo Instagram.
Torno però allo scopo della rubrichetta, ovvero segnalare l’incursione di fumettisti e illustratori su copertine di libri, dischi, locandine di film, etc. L’artista che propongo oggi ha l’identità un po’ avvolta nel mistero, ma il suo tratto è decisamente inequivocabile: lei è MP5 e, oltre a fumetto e illustrazione, si occupa anche di animazione, street art e installazioni artistiche. L’ho scelta perché ha realizzato la locandina dell’edizione 2019 del Salone del Libro di Torino, che si terrà dal 9 al 13 Maggio:
Ti stai chiedendo dove l’hai già vista? Ti do non uno, bensì due indizi. Il primo è la copertina del podcast Morgana condotto da Michela Murgia per la piattaforma storielibere.fm:
Il secondo indizio, soprattutto se, come spero, ti interessi alla sorte dei movimenti femministi in Italia, è la visual del movimento Non una di meno:
Plutocratico Osservatorio, ovvero va’ come guardo l’autoproduzione
Dopo averla annunciata, finalmente anche questa rubrichetta entra un po’ nel vivo. Per la prima puntata ho voluto partire a bomba lanciandomi di testa verso il fumetto polacco. Sì, hai capito bene.
Hai presente quella strana coincidenza per cui non incroci mai una determinata cosa o persona per anni e poi, a distanza di pochissimo tempo, ti ci imbatti in continuazione? Ecco, con klub zin è andata più o meno in questo modo: non ricordo come ci sono arrivata, ma ricordo che, subito dopo averne scoperto l’esistenza, per giorni mi sono ritrovata il titolo di questa rivista polacca di fumetti un po’ ovunque, tra i siti, le pagine e gli shop che sono solita frequentare quando si tratta di fumetto autoprodotto.
Non ero riuscita a partecipare per un soffio al crowdfunding organizzato per il #3, che comprendeva nel roster anche tavole di Martoz e Fabio Tonetto. Il progetto, però, mi aveva ormai catturata, anche perché dai, chi aveva mai sentito parlare di fumetto polacco? Le ragioni potevano essere due: o sono particolarmente ignorante, oppure effettivamente - e qui passami l’uso improprio di tutta questa terminologia - il “mercato” polacco semplicemente sviluppava la propria offerta in modo non ufficiale. Ho pensato di rivolgere questa domanda direttamente ad Anna, fondatrice e direttrice editoriale di klub zin.
Ti va di raccontarmi com’è nato klub zin? Perché hai deciso di fondarlo?
In generale, l’arte è uno dei miei hobby da sempre. Ho fondato klub zin più per me stessa, volevo semplicemente leggere più cose prodotte dagli artisti che mi piacevano. In Polonia la scena del fumetto era decisamente piccola e non mi piaceva quasi nulla di quello che veniva pubblicato, perciò ho deciso di fare qualcosa per conto mio.
È stato tutto possibile anche grazie al mio amico Jakub, che pubblicava già da qualche tempo una zine intitolata Mydło, sapevo che sarei riuscita fare qualcosa di simile e, in caso di problemi, chiedergli aiuto. Pubblicare è molto divertente e nemmeno troppo difficoltoso se sei in grado di organizzare un piano e seguirlo, consiglio a tutti di provare! È davvero interessante vedere (avere a che fare) con i vari tipi di libri e zine che ci sono in giro. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare.Sapresti dirmi qualcosa sul mercato e la produzione polacca? Vengono pubblicati più autori autoctoni o stranieri?
Non saprei, a dire il vero, penso più stranieri. Il fumetto più famoso, però, è Thorgal di Jean Van Hamme e Grzegorz Rosinski.
L’intervista completa è qui, fammi sapere cosa ne pensi!
E, restando sull’autoproduzione, voglio chiudere la rubrichetta di questo numero con un progetto lanciato dai ragazzi di Amianto Comics, che avevo avuto modo di conoscere durante il Cartoomics.
Potrei spiegare l’idea dietro BOLIDE in questo modo: sette fumettisti contemporanei alle prese con il fumetto di genere, in formato striscia. Gli artisti prescelti sono tutti bravissimi: Spugna, NOVA, Francesco Guarnaccia, Taddei e Angelini, Vincenzo Filosa, Tuono Pettinato e Almafè (cioè Alessandro Benassi, Matteo Polloni e Federico Galeotti di Amianto stessa) con Federico Fabbri. Il progetto sarà finanziato tramite crowdfunding con la piattaforma Indiegogo, il traguardo da raggiungere è di 4.500 euro. Se la cifra verrà superata, spunterà un ottavo autore non svelato che disegnerà una striscia bonus. Il crowdfunding sarà attivo dal 6 Maggio e durerà un mese, vi consiglio di seguire i social di Amianto per restare aggiornati.
Un piccolo elenco di cose prima di congedarci
Conosci Senza Rossetto? È un progetto sui femminismi a cura delle super Giulia Cuter e Giulia Perona, composto da un podcast e una newsletter che, ogni due settimane, approfondisce un argomento, sempre legato al femminismo, alle donne e alle questioni di genere, attraverso interviste, articoli e non solo. Le Giulie mi avevano chiesto di scrivere qualcosa relativo al fumetto e questo è il risultato. Ovviamente, l’invito è a iscrivervi e sostenere Senza Rossetto, senza se e senza ma!
E a proposito di donne e fumetto, Marina Pierri ha intervistato per SPNS Josephine Yole Signorelli, alias Fumettibrutti, con le foto bellissime scattate da Gabriele Ferraresi;
Si concluderà domani il secondo appuntamento più importante dell’anno editoriale fumettistico, il Comicon di Napoli. Non mi era mai capitato di dirlo prima, ma nel caso ancora non lo sapessi, da questa edizione Matteo Stefanelli ne è il direttore artistico. A parte i vari fumetti presentati in anteprima, mi aveva incuriosita la notizia del lancio di Comicon Plus, un magazine dedicato alla cultura pop che promette approfondimenti su fumetto, serie TV, cinema d’animazione e cine-comics, videogiochi, e altro. Non mi è ancora chiaro se il magazine sarà in vendita anche nelle fumetterie. I vincitori dei Premi Micheluzzi 2019, invece, saranno svelati Sabato 27 Aprile dalle 19.30, quindi, rispetto al momento in cui scrivo, stasera. Gli unici finora già assegnati sono il Premio alla Carriera, andato a Giovanni Ticci, e il Premio “Nuove Strade” aggiudicato da Eliana Albertini, tra le fondatrici del collettivo Blanca, che comprendeva Irene Coletto, Noemi Vola e Martina Tonello;
Con un modello che richiama il Lucca Comics e il BORDA! Fest, domani sarà anche l’ultimo giorno della terza edizione di UE’ Fest - Underground Eccetera, la manifestazione napoletana parallela al Comicon dedicato alle autoproduzioni e al fumetto indipendente;
Il Comune di Milano e ATM realizzano da tempo un’iniziativa intitolata Milano da Leggere, in cui mettono gratuitamente a disposizione una serie di libri in ebook dedicati o ambientati in città. La nuova edizione, che sarà attiva dal 19 Aprile al 30 Giugno, è completamente dedicata al fumetto con titoli di Astorina, BAO Publishing, BeccoGiallo, Coconino Press, ComicOut, Renoir e Bonelli;
Se leggi l’inglese, The Comics Journal, una delle principali riviste di critica fumettistica statunitensi, ha fatto una lunga intervista a Michele Nitri, il fondatore di Hollow Press;
Come accennavo quando parlavo di MP5, dal 9 al 13 Maggio ci sarà anche il Salone del Libro di Torino, durante il quale si terrà la conferenza stampa ufficiale del Lucca Comics 2019 (prevista per Venerdì 10 Maggio alle 11.30). Il prossimo numero lo invierò sicuramente dopo e nel frattempo Plutocratica Sicumera compierà praticamente due anni di esistenza: come vola il tempo quando non si inviano le newsletter, eh?
Dal 17 al 19 Maggio, a Milano, torna anche la quarta edizione di AFA - Autoproduzioni Fichissime Anderground, che quest’anno abbandona il Leoncavallo per trasferirsi al Macao;
Ero una grande ascoltatrice di podcast anche molto prima di essere coinvolta in Tizzoni d’inferno. Ce n’è uno in particolare tra quelli che seguo che si intitola 99% invisible ed è incentrato su tutta l’architettura e tutto il design che fanno parte della nostra vita e che però fondamentalmente non vediamo. Per esempio, anche cose come gli effetti sonori di certi cartoni animati, argomento della puntata 345;
Durante il Bricòla ho incontrato l’amico Andrea Bramini de Lo Spazio Bianco mentre era intento a intervistare Lorenzo Palloni. L’intervista è uscita ed è qui!
Su Spazio B, il blog di ADD Editore, Giulia Fuisanto racconta Zanna Dura, un laboratorio di Torino in cui si realizzano fanzine, stampe serigrafiche, incisioni e molto altro. In una mia recente sortita torinese, ho potuto conoscere Eugenio e André, due delle quattro anime di questo luogo che personalmente non vedo l’ora di visitare.
Il titolo di questa newsletter è stato preso in prestito da April Come She Will di Simon & Garfunkel (Sound of Silence, 1966), una di quelle canzoni che per me è impossibile non rievocare quando arriva Aprile, mese che peraltro odio. Se ti va di rievocarla con me, quale miglior modo se non la scena de Il laureato in cui è presente la canzone? E, soprattutto: che film meraviglioso è Il laureato?
Sto leggendo Kristen Roupenian, Cat Person, Einaudi 2019
Ultimamente ho (ri)visto Twin Peaks, stagione 1 e 2
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