Quante estati e quanti inverni, l'anno prossimo saremo ancora qui a dirci le stesse cose
Plutocratica Sicumera #8
Ciao,
hai appena ricevuto nella tua casella mail il numero 8 di Plutocratica Sicumera, la mia newsletter dedicata al fumetto. Ti ringrazio per la fiducia e per la compagnia, se hai qualcosa da segnalarmi (o ci tieni a salutarmi) puoi rispondere direttamente a questa mail.
Nel mentre che ci si divideva tra un Salone del Libro di Torino e un Inchiostro Festival, Plutocratica Sicumera ha compiuto due anni: il numero zero è partito il 27 Maggio 2017. Ti stai chiedendo se tutti questi numeri 7 che vedi hanno un significato? La risposta è sì, ma solo affettivo: è il mio numero preferito da sempre, perché legato alla musica.
Maggio è però passato, Giugno pure. Sarà il caldo che è esploso, ma comincio a sentire un po’ di affanno: per questo oggi me la prendo un po’ comoda e lascio parlare anche qualcun altro.
Una cosa divertente che spero di fare ancora: Inchiostro Festival
Ad Alessandria ogni anno, da circa sette anni, nel primo fine settimana di Giugno accade una cosa meravigliosa: Inchiostro Festival. Per due giorni il chiostro di Santa Maria di Castello viene popolato da illustratori, stampatori, incisori, calligrafi, legatori e tutta una serie di professionalità date per morte da molti (dai, chi mai penserebbe di metter su un laboratorio di stampa a caratteri mobili?). Si tengono laboratori, si tengono incontri, si presentano piccole mostre, si vedono gli illustratori alle prese con tecniche tradizionali lavorare insieme a stampatori e incisori per creare dei pezzi unici.
A Inchiostro, per esempio, potresti avere l’opportunità di fare un piccolo workshop di incisione, magari tenuto da Enrico Rambaldi di INK33, laboratorio di Ravenna:
Oppure spostarti qualche stand più in là, con Francesca e Giulia del Betterpress Lab di Roma che insegnano ai partecipanti come realizzare stampe in letterpress:
L’esistenza di Inchiostro l’avevo scoperta totalmente per caso, me ne aveva parlato anni fa un’ex-collega originaria di quelle zone. Poi, ho conosciuto Andrea Musso, illustratore alessandrino tra i fondatori del festival che per l’edizione 2019 aveva in mente esattamente due cose: che gli speech in programma, tenuti nella Sala Affreschi, andassero registrati e che servisse una mano per condurli e moderarli. Il che spiega più o meno perché in questa foto ci sono io di fianco a Ivo Milazzo con un microfono in mano.
Tutti gli incontri tenutisi nei due giorni di Inchiostro sono stati registrati dai potenti mezzi di Querty manovrati da Matteo Scandolin e presto diventeranno un podcast.
Dal Monferrato ad Albione, sulla linea del fumetto
A metà Giugno a Londra è, invece, tempo di ELCAF - East London Comics & Arts Festival, una manifestazione indipendente solitamente popolata dalla piccola e micro editoria illustrata, fumettisti e illustratori con i propri lavori, e mondo dell’autoproduzione. L’ELCAF nasce nel 2012, non dall’idea di un’associazione o un comitato, bensì per volere di una casa editrice, anch’essa indipendente: la Nobrow, che ha in catalogo le opere di Luke Pearson e John McNaught, nonché uno degli editori privilegiati da BAO Publishing, che negli anni ha cercato di portare in Italia alcuni dei migliori libri da loro pubblicati.
Penso che l’ELCAF rifletta molto l’approccio all’editoria illustrata della Nobrow, fatto di estrema cura nella selezione degli autori e nella scelta dei materiali di stampa; queste, però, sono delle mie supposizioni basate su qualche resoconto che avevo letto negli anni, non avendo mai ancora avuto modo di andarci. Siccome avevo voglia di raccontarti comunque questo festival, ho deciso di chiedere a chi all’edizione di quest’anno ha partecipato davvero: Valeria Foschetti e Giulia Sagramola.
Valeria Foschetti è ideatrice e animatrice della Fanzinoteca La Pipette Noir, un’iniziativa che, per grande fortuna di noi milanesi, esiste anche fisicamente ed è ospitata all’interno della biblioteca di Viale Zara. Valeria ha deciso di visitare l’ELCAF dopo tanto tempo che pensava di andarci.
Vestiti i panni della procacciatrice di autoproduzioni per La Fanzinoteca, Sabato 8 Giugno, alle ore 12:00, oltrepasso il cancello di The Round Chapel Auditorium con un’immensa aspettativa (data dall’entusiasmo che da sempre circonda questo evento, sia da parte dei partecipanti che degli avventori) e che confermo essere tutto vero: questo festival è una figata pazzesca.
L’evento si sviluppa in diversi ambienti: l’Auditorium centrale dove espongono i vari editori/illustratori/fumettisti e le tende esterne dove si svolgono i vari workshop e le presentazioni dei lavori di selezionati autori. Con 10 sterline hai accesso ai laboratori, agli incontri, al market e alle proiezioni. Una sorta di “golden ticket” per la fabbrica di Willy Wonka, solo che, anziché il cioccolato e le caramelle, ti aspetta un’esperienza dove gli occhi ti si fanno a palla non tanto per la quantità smodata di zucchero ingerito, ma per la vastità e la bellezza dei lavori esposti.
Gli organizzatori hanno fatto una buona selezione degli espositori garantendo una varietà di genere, di stile e un equilibrio ben strutturato tra chi ha scelto di autoprodurre i propri lavori e chi invece promuove sia la propria piccola casa editrice indipendente, sia gli artisti con cui essa collabora. Un perfetto bilanciamento tra i libri con codice a barre e le fanzine, per intenderci. Ho notato un grande uso della stampa risograph e del formato in stile tabloid, che personalmente adoro, e che purtroppo in Italia solo pochissimi fanno.Come molti festival indipendenti, anche l’ELCAF presenta autori di grande talento con lavori di alta qualità che nulla hanno da invidiare a quelli che operano in contesti più commerciali, noti e di grande distribuzione. È sicuramente un’occasione da non perdere per chi si da da fare nei settori che vengono sviluppati in questo contesto, non solo per entrare in contatto con un pubblico interessato (per la maggior parte sul pezzo), ma soprattutto per conoscere e magari confrontarsi con dei colleghi che condividono la stessa attitudine ed entusiasmo. Creare nuove collaborazioni, sviluppare sinergie.
Infine, la vera grande scoperta sono state le proiezioni, gestite dagli organizzatori del Flatpack Festival che hanno selezionato alcuni dei cortometraggi presentati durante il loro festival e che hanno proposto al goloso pubblico dell’ELCAF. Anche in questo caso, i filmati proiettati sono stati una piacevole sorpresa, poetici ed evocativi come solo i cortometraggi (quelli buoni) sanno fare.
In conclusione, dall’ELCAF si va via con il portafoglio vuoto, la borsa piena di carta stampata e la testa colma di nuovi stimoli, idee e immagini preziose. Da non perdere!
Giulia Sagramola non dovrebbe avere bisogno di presentazioni: classe 1985, illustratrice e fumettista, ha studiato all’ISIA di Urbino per poi trasferirsi a Bologna, dove incontra Sarah Mazzetti e Cristina Spanò e fonda l’etichetta di autoproduzioni Teiera, a cui avevo già accennato in un numero precedente della newsletter. Giulia, invece, era presente come espositrice.
Sono di una piccola città, quindi per me è sempre stato normale dovermi spostare per far conoscere il mio lavoro. Andando a fiere e festival vari entri piano piano a far parte di un gruppo di persone che frequenta regolarmente l’ambito lavorativo di cui vuoi far parte. Ho iniziato a 15 anni con Lucca Comics, ma l’ELCAF per me è un po’ la stessa cosa: creare comunità e far parte di una realtà variegata e interessante, con la scusa di rivedere amici e andare un paio di giorni in giro per Londra.
La prima volta che ci sono andata è stato con Sarah Mazzetti nel 2013, curavamo ancora Teiera (insieme a Cristina Spanò) e l’idea era quella di portare le nostre autoproduzioni a un nuovo pubblico, quello inglese. Era un modo per farci conoscere da persone nuove e creare nuovi contatti. Sono tornata all’ELCAF altre tre volte, le ultime due come autrice e illustratrice con le mie creazioni, ma il motivo non è cambiato. Non penso sia una fiera a cui devi assolutamente partecipare, ma, come ogni evento, è un’opportunità in più per creare nuovi contatti e ampliare il tuo pubblico. Il mio lavoro è più conosciuto in Italia rispetto all’estero, ma sono consapevole che il mercato italiano del fumetto è piccolo e spesso autoreferenziale, per questo ho sempre avuto necessità di diffondere il più possibile il mio lavoro oltre i confini nazionali.
Con Teiera negli ultimi anni avevamo puntato a fare poche fiere per questione di poco tempo ed energie, ma cercando che fossero il più possibile internazionali, per mostrare il nostro lavoro a nuovi lettori. Negli anni siamo andate ad Angoulême, Lucerna, Barcellona, Sierre, Londra, Toronto... Lo scorso anno mi hanno selezionata anche al New York Comic Con e al Comic Arts Brooklyn, dove volevo andare da tempo ed è stata davvero un’esperienza fantastica.L’ELCAF non è una fiera come Lucca o il New York Comic Con, dove ci sono tantissimi editori e agenti, dove andare a fare vedere il tuo portfolio/progetto. È un festival di fumetto e illustrazione più piccolo - e che vuole mantenersi tale -, ma sei comunque a Londra, passerà sicuramente qualche art director e avere il tuo lavoro esposto in quel contesto è un po’ come la lotteria, non puoi sapere cosa capita. Ma soprattutto, è una maniera per creare connessioni con colleghi e con nuovi lettori. Non è una cosa che fai per vendere il tuo progetto a fumetti o direttamente per trovare un editore, ma in generale più per seminare qualcosa a lungo termine, facendo vedere che cosa fai a persone che non hanno idea di chi tu sia.
Quest’anno sono andata senza Sarah, ma vicino al mio stand c’era quello della mia amica/ex-compagna di Erasmus Akvile Magicdust e quello di Marlene Krause, autrice tedesca con base a Barcellona. Abbiamo passato la maggior parte del tempo libero insieme e ci siamo aiutate durante i giorni di festival a tenere il banchetto mentre l’altra doveva andare a pranzo o in bagno. Dall’Italia c’erano anche i ragazzi di De Press e Inuit, tra visitatori anche amici disegnatori venuti apposta per fare un giro al festival. Le sere abbiamo mangiato insieme tra autori e fatto chiacchiere, l’ultima sera - con chi non era partito - siamo finiti a fare un’imbarazzante sessione di karaoke nella serata karaoke del pub!
Mi piacerebbe che anche i festival italiani diventassero più internazionali come sono l’ELCAF o Angoulême, se inizi ad andare a una di queste manifestazioni, diventerà un po’ automatico tornarci, soprattutto se sei un autore: sarà una scusa per vedere amici che vengono da tanti Paesi diversi, mentre crei nuovi contatti.
Plutocratica Estate, ovvero tutti che mi chiedete cosa leggere quando arriva questo periodo
Attenzione, questa non è una mini rubrica di consigli di lettura. Elenchi con i fumetti imperdibili dell’anno editoriale appena trascorso ce ne sono molti ed è un tipo di operazione che non mi interessa fare (anche perché mica io li ho letti tutti, i fumetti usciti!). Ti mostrerò, invece, ciò che mi terrà compagnia durante quest’Estate, sperando che qualcosa possa incuriosire anche te.
Cominciamo con Shhh. L’estate in cui tutto cambia di Magnhild Winsnes, pubblicato da Mondadori nella collana Contemporanea. Una storia di amicizia estiva che attraversa l’infanzia e si imbriglia nella fase della pubertà, quando un giorno ti accorgi che qualcosa è cambiato, mentre tu vuoi solo tornare a giocare con i tuoi amichetti.
Tendenzialmente, per le ragazze si fa coincidere il momento di passaggio dall’infanzia all’adolescenza con l’arrivo delle mestruazioni, finendo per diventare uno spartiacque piuttosto netto: il giorno prima sei una bambina e il giorno dopo non lo sei più. Io ho ovviamente vissuto malissimo quella fase e sarà forse il motivo per cui mi piacciono le storie di formazione incentrate in quel momento di passaggio, come Shhh, come E la chiamano estate di Jillian e Mariko Tamaki, oppure Quasi signorina di Cristina Portolano, il cui finale mi ha fatto anche piangere.
Proseguirò poi con la lettura di Capire, fare e reinventare il fumetto di Scott McCloud, impossibile da finire in tempi brevi se hai anche l’intenzione di prendere appunti.
Il principe e la sarta di Jen Wang, invece, è una delle ultime uscite di BAO Publishing: è la storia di un principino che ama vestirsi con abiti da donna e assume a corte una sartina affinché glieli cucia. Avevo conosciuto Jen Wang con il volume In Real Life, pubblicato nel 2015 nella collana Psycho Pop di Edizioni BD, un fumetto che al tempo aveva catturato la mia attenzione perché scritto da Cory Doctorow.
Ho poi in programma di recuperare un po’ di arretrati (ho lì che mi aspettano i vari numeri di Amianto Comics) e alcune letture che in teoria sarebbero funzionali a delle idee che ho avuto (oppure che avrò nelle prossime settimane, mica mi pongo limiti).
Poi, sempre perché di non soli fumetti vive la sottoscritta, un po’ di altre cose sparse che riempiranno le mie giornate. Tipo riviste e zine.
Ho approfittato di una promozione per acquistare questi numeri di Pressing Matters, una rivista indipendente inglese incentrata sulla stampa d’arte, con interviste a stampatori, incisori, laboratori e molto altro. La rivista è venduta anche in digitale, in formato PDF, e siamo attualmente al numero 7.
Questa, invece, è tra le mie ultime scoperte: MYAU è una zine che propone di volta in volta un tema che viene elaborato tramite illustrazioni, fumetti brevissimi e testi di vario genere: fiction, non fiction, canzoni, filastrocche e anche recensioncine. Creata nel 2015, ha cadenza semestrale e siamo attualmente al numero 7, dedicato allo spazio.
Cercherò poi di attaccare finalmente questo saggio, trovato usato al Libraccio qualche mese fa dopo un po’ di tempo che lo cercavo.
Come si nota dalla foto, peraltro, ho già provveduto a piazzarlo sul cuscino di fianco al mio, che utilizzo più o meno come secondo comodino.
Come sai, ascolto anche diversi podcast. Uno di quelli che sto per recuperare è La Bussola di Carta, di un piccolo network appena nato che si chiama Produzioni Malarazza.
Il tema è il fumetto italiano e Zanno, il padrone di casa, intervista un autore per volta. Nelle puntate finora disponibili gli ospiti sono stati Spugna, Martoz, Jacopo Starace, e Pablo Cammello, che hanno raccontato chi sono, come sono arrivati a fare quello che fanno e un po’ di curiosità sui propri lavori.
Un piccolo elenco di cose prima di congedarci
Ti piace il fumetto indipendente? Ti piacciono le t-shirt? Comic Sons allora è il progetto giusto: 25 fumettisti italiani sono stati assoldati per realizzare una serie di illustrazioni pensate appositamente per le t-shirt, tutte di cotone biologico;
Per un po’ di giorni è stato l’unico argomento che ha tenuto banco sui social: sto parlando dell’arrivo su Netflix dell’intera serie di Neon Genesis Evangelion, l’anime dello Studio Gainax che ha rovinato una generazione di adolescenti. Tra le svariate vittime di Hideaki Anno ci sono anche Eleonora Caruso e Andrea Di Lecce che stanno attualmente conducendo un podcast completamente dedicato all’analisi delle 26 puntate che compongono la serie. Il podcast si chiama Dummy System ed è prodotto da Querty;
Sempre a proposito di podcast, Tizzoni d’inferno è uno degli ascolti consigliati da Domenico Nunziata per PopCore!
Passando da un capolavoro all’altro, il buon Katsuhiro Otomo non solo è al lavoro su un nuovo film d’animazione intitolato Orbital Era, ma ha anche deciso di rovinarci le finanze con un nuovo adattamento di Akira, questa volta molto più lungo per riprendere fedelmente il manga. Di Akira, inoltre, sembra essere ormai sicuro che verrà prodotto anche un live action, in uscita nel 2021;
È ufficialmente aperta la sede di Milano della Scuola Internazionale di Comics, che ha debuttato proprio ieri (rispetto al momento in cui scrivo) con un Open School, presentando i primi corsi, i docenti e i direttori artistici. Sono lieta di dire che con loro ho iniziato una piccola collaborazione, occupandomi della loro comunicazione web;
Valentina Manchia è una che ne sa: per Doppiozero ha scritto un bellissimo approfondimento in occasione dei 70 anni del Topolino in formato libretto;
E se vuoi qualche altro spunto di lettura, tutta la redazione di Fumettologica ha scelto due fumetti a testa per un totale di ben 44 volumi da leggere;
Il titolo di questa newsletter è stato preso in prestito da Quante estati, quanti inverni di Ivano Fossati (Le città di frontiera, 1983), uno dei suoi dischi che ascolto di più insieme a Panama e dintorni (1981). Ne approfitto anche dire che Plutocratica Sicumera cercherà di non chiudere i battenti per il mese di Agosto.
Sto leggendo Ali Smith, Free love, Feltrinelli 2006
Ultimamente ho visto Fleabag, stagione 2 (2019, BBC) e Good Omens (2019, BBC/Amazon Prime Video)
Grazie per avermi dedicato il tuo tempo: se la newsletter ti convince, consigliala pure ai tuoi amici!